(…)Celadon è il pianto malinconico delle sirene, Banshee che intonano magiche litanie, sentori di muschio che avvolgono una giornata autunnale, l’odore delle foglie secche e umide, un richiamo ancestrale in cui si evidenziano il sottofondo drone particolarissimo e glaciale della Norment, confezionato su misura tramite la propria glassarmonica. Celadon è anche il ricamo dalla voce fascinosa della Ratkje, che attraverso variazioni di tonalità riesce a trasformare il canto in messaggi subliminali, sofferti e rabbiosi (“Afterglow”), fragili come la porcellana cinese (“Beneath The Bough”); infine è i soffi taglienti di vento che sfiorano coperte metalliche intrecciate con merletti dorati (“The Green Flood”), generati dal duo Galåen-Wesseltoft attraverso harmonium, organi e zither, che rendono l’opera fiabesca e cinematica, più o meno come fecero i Cyclobe nel trittico Sulphur-Tarot-Garden.
Registrato dentro il mausoleo del pittore-scultore Emanuel Vigeland (1875-1948), Celadon è tanto sperimentale quanto drone-folk, costruito su onde magnetiche crepuscolari che s’insinuano all’interno di fiordi innevati e aurore boreali dai toni drammatici: non consigliabile l’ascolto alla luce del sole.
Massimiliano Mercurio
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