Il Labirinto: “Voice” e’ una collaborazione tra Maja Ratkje e i Jazzkammer uscita nel 2002 ma venuta alla ribalta nel 2003. Il disco si apre su una elettronica kubrickiana impastata a numerose voci (quella di una madre che urla, quella pacata dell’artista, quella di una bambina che domanda, quella emessa da un nastro accelerato). E la voce e’ l’unico elemento costituente di questo disco. Una voce che canta, urla, gorgheggia, sussurra. Che si fa carne da macello per il Pro Tools e i sintetizzatori o che vola al di sopra di essi. Voice is the original instruments recita il titolo della ristampa dei primi splendidi lavori di Joan Labarbara, usciti a breve distanza da “Voice”. La Labarbara di quelle incisioni per la Lovely Music e’ sicuramente una influenza per la Ratkje. A partire dai luminosi giochi di “Joy” e dalle dolcissime linee di “Voice”, e’ questa e’ l’avanguardia che scalda i cuori. Scende invece in nebbie piu’ oscure il balbettio straziato di “Trio”, sulle tracce di una Diamanda Galas. “Vacuum” sposa i due elementi precedenti: voce che si solleva alta e l’elettronica ad inseguirla con echi e riverberi. “Dictaphone Jam” fa quasi il verso a Bjork, come se fosse una parodia inscenata da Kid 606. “Acid” e’ un divertissment di borbotti, gemiti e chiacchiericci campionati. “Insomnia” e’ un urlo su rumore bianco da distruggere i vostri diffusori. (Sara’ perche’ ci piace parlare, ma) Come per Monk e per LaBarbara a noi questa non sembra sperimentazione. Ci sembrano percorsi di gioia. 7/10″ (Lorenzo Casaccia)
Il Labirinto, best of 2003: “Un disco per sola voce. Trattata, filtrata e stirata. Irriconoscibile e irriconoscente, dolcissima e sofferente, ma sempre a disegnare percorsi di gioia nella scia delle maestre del genere.” (Lorenzo Casaccia)